21 Febbraio 2014


Roma: Più autonomia al Comune sulle partecipate

Intervista di Giovanni Vitale su "la Repubblica - cronaca di Roma" "Da un lato si è tenuta una posizione rigorosa, cioè chiedere a Roma Capitale un piano di riequilibrio strutturale dell'ente in modo che non si ricreino situazioni come quelle ereditate nel passato; dall'altro si lascia al Comune l'autonomia di fare le scelte che ritiene più opportune". È soddisfatto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini: è grazie a lui se il Salva-Roma è passato al Senato con le modifiche proposte dal Pd.

Sottosegretario Legnini, il dl Enti Locali è rimasto per settimane incagliato al Senato nel braccio di ferro tra Pd e Sc. A un certo punto l'accordo sembrava raggiunto, anche con concessioni pesanti su Acea. Poi però è saltato di nuovo. Cos'è successo?
"Il Pd aveva fatto dei passi avanti, Scelta civica pure, ma alla fine sull'obbligo di dismissione delle partecipate che non svolgono attività diservizio pubblico c'è stata la rottura".
Perché Sc voleva obbligare il Campidoglio a metterle in liquidazione e il Pd no?
"Il Comune di Roma deciderà autonomamente, come tutti gli altri Comuni. Potrà cioè dismettere o liquidare le partecipate solo se lo riterrà necessario al riequilibrio finanziario. Una norma ragionevole e rispettosa delle prerogative di Roma Capitale. Non è che possiamo stressare la norma di legge fino a questo punto: rigore finanziario sì, lesione dell'autonomia di Roma Capitale no".

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Parole chiave: salva Roma, Roma capitale