23 Marzo 2017


Intervento in occasione del Plenum del CSM alla presenza del Ministro dell'Interno Marco Minniti

Signor Ministro dell'Interno,

Signori Consiglieri,

prima di introdurre l'odierna seduta straordinaria del Plenum, intendo esprimere la ferma condanna per il nuovo attentato terroristico di ieri a Londra; il nostro pensiero commosso va alle vittime, i feriti, tra cui si contano due feriti italiani, e manifestiamo solidarietà alle famiglie colpite e all’intero popolo del Regno Unito. Si tratta dell'ennesimo attacco del terrorismo di matrice jhiadista in Europa, in un luogo simbolo dei valori democratici che ha fatto la storia della Gran Bretagna e dell’Europa. I fatti di ieri ci richiamano alla necessità di non abbassare mai la guardia di fronte alle minacce del terrorismo internazionale. Sdegno e solidarietà erano gia stati espressi nella “seduta di ieri” dal consigliere Renato Balduzzi e da tutto il Plenum; ma la Sua presenza qui, oggi, Signor Ministro, rappresenta l'occasione per ribadire l'impegno del governo autonomo della magistratura italiana, al fianco degli apparati di sicurezza e di tutte le forze di polizia che fanno capo alla Sua primaria responsabilità istituzionale.

Il lavoro che il Consiglio  Superiore ha svolto negli ultimi due anni in materia di lotta al terrorismo,per lo sviluppo sulla politica giudiziaria di contrasto, è stato di primaria importanza ed è adeguato al carattere prioritario giustamente impresso alle esigenze di sicurezza del Paese.

Non soltanto sono state prontamente predisposte le risoluzioni e le misure organizzative di competenza consiliare, d'intesa con la Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, ma il Consiglio ha promosso, in più occasioni, un confronto interistituzionale, cui Ella, Signor Ministro, ha partecipato nella sua pregressa veste di responsabilità governativa. E’ stato fornito un contributo da parte del CSM e delle migliori professionalità della magistratura, per l'elaborazione degli strumenti normativi più adeguati alle necessità di prevenzione e contrasto del terrorismo. Un metodo di lavoro da leggere in chiave di integrazione delle autonome funzioni di ciascuno, che si svolge ben oltre la tradizionale lettura della disposizione prevista dall'art. 110 della Costituzione, e che abbiamo già adottato per predisporre la migliore risposta giudiziaria da dare alla crescente domanda  giurisdizionale di protezione umanitaria conseguente alla dimensione epocale dei flussi migratori.

Anche per questa ragione, signor Ministro, La ringrazio per aver prontamente accettato il nostro invito a sottoscrivere il Protocollo di Intesa, che fra poco il Plenum potrà approvare. Esso tende al miglioramento dell'efficienza nella gestione degli scambi informativi, documentali nelle controversie riguardanti la protezione internazionale e il diritto d'asilo.

Mi permetto di invitarLa, a conclusione dei nostri lavori, a prendere la parola per svolgere una sua riflessione riguardante proprio le recenti innovazioni legislative concernenti il riconoscimento del diritto di asilo e, più in generale, le misure per far fronte ai crescenti straordinari impegni di gestione dei flussi  migratori.

La giornata di oggi segna un'occasione non rituale ma densa di significato, anche considerando che del tutto eccezionale è la partecipazione del Ministro dell'Interno ad una seduta del Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura. E la circostanza non è casuale ma è espressiva di una significativa apertura in chiave di integrazione del ruolo consiliare con quello delle altre Istituzioni repubblicane, senza mai smarrire, ma anzi rinsaldando l'autonomia costituzione del Consiglio e l'essenziale ruolo della giurisdizione nel nostro sistema.

Mi auguro, Signor Ministro, che Ella possa trarre, dalla sia pur breve discussione di oggi, ulteriori elementi utile a rinsaldare la capacità del nostro Paese, e in particolare dell'Ordine Giudiziario, a far fronte ad uno dei fenomeni migratori più imponenti e difficili della storia  moderna.  Le finalità del protocollo che si perfeziona oggi, di cui darà conto dopo di me il Consigliere Claudio Galoppi che voglio ringraziare insieme all’intera settima Commissione consiliare, evidenziano il senso concreto della collaborazione e della condivisione di dati di comune interesse.

La finalità concreta che intendiamo conseguire è quella di mettere a disposizione di ciascun giudice competente a decidere sulla protezione internazionale ogni informazione accreditata, utilizzando le fonti che l'Unità COI del Ministero dell'Interno sta sviluppando e, con il trascorrere del tempo, implementerà sempre più. Si tratta, peraltro, di un modo per riaffermare che la giurisdizione e l’organizzazione del sistema di sicurezza, sono complementari e segnano da sempre l’articolato panorama delle garanzie costituzionali dei diritti fondamentali.

Lo scopo preminente della stipula del Protocollo, è dunque l'efficienza nella gestione degli scambi informativi e documentali nelle controversie riguardanti le richieste d'asilo. Una collaborazione, quella tra il CSM e il Ministero dell’Interno, che anche con tale iniziativa, diviene uno degli elementi di una più ampia strategia finalizzata a ridurre i tempi della tutela giurisdizionale ed a garantire effettività alla protezione umanitaria dei migranti. Ciò si comprende dal momento che i presupposti per la protezione umanitaria sul territorio italiano dipendono, come è a tutti noto, anche dall'accertamento delle condizioni socio-economiche e politiche dei Paesi di origine dei migranti. E ciò al fine di verificare se gli stessi versino nelle condizioni richiamate dall'art. 10 della Costituzione ovvero quella di vedersi impedito “l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”.

Come già accennato, la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa segue l'approvazione del Decreto legge che, tra l'altro, ha istituito presso 14 tribunali apposite sezioni specializzate in materia di immigrazione. Su tale decreto, il Consiglio ha già espresso il proprio parere ai sensi dell’articolo 10, della l. n. 195 del 1958, formulando apprezzamenti, osservazioni e proposte di modifica che mi auguro il Governo e il Parlamento vogliano tenere in considerazione in sede di conversione. Mi preme sottolineare che le norme contenute nell'art. 2 del DL n. 13/2017 affidano espressamente al Consiglio Superiore della Magistratura l'organizzazione delle nuove sezioni, nel rispetto del principio di specializzazione e anche in deroga alle norme vigenti relative al numero dei giudici da assegnare a ciascuna di esse.

Del pari, al CSM è rimessa la definizione delle modalità con cui è assicurato lo scambio di esperienze giurisdizionali e di prassi applicative tra i presidenti delle sezioni specializzate. Per la verità, il Consiglio da tempo aveva avviato uno specifico lavoro che è poi confluito nella risoluzione  approvata in Plenum lo scorso 15 marzo avente ad oggetto: “le linee guida in tema di organizzazione e buone prassi per la trattazione dei procedimenti relativi alla protezione internazionale”.

La sensibilità consiliare su tale importante materia e le prime misure organizzative, presero le mosse da un’iniziativa di grande rilievo, promossa sempre dalla VII Commissione allora presieduta dal Consigliere Ardituro e poi dal Consigliere Cananzi a entrambi i quali va il mio ringraziamento. Infatti, con la delibera del 16 luglio 2015 il Consiglio propose l'emanazione di una norma contenente disposizioni per applicazioni straordinarie per affrontare le emergenze che già all'epoca gravavano sugli uffici giudiziari.

Il Parlamento recepì in breve tempo tale proposta e il CSM, con delibera del 23 settembre 2015, diede immediata attuazione a tali nuove disposizioni definendo un piano straordinario di applicazioni per 18 giudici da destinare agli Uffici Giudiziari maggiormente investiti dalle emergenze.

Con una successiva delibera del 16.7.2016, il Consiglio propose ulteriori interventi finalizzati a monitorare e meglio assicurare un servizio adeguato in materia di protezione internazionale; in particolare si pervenne alla creazione di un'area tematica in materia di “Giustizia e protezione internazionale” nel portale del Consiglio; si avviò il rilevamento statistico dei procedimenti in modo capillare; si rilanciò la promozione di forme di confronto sulle buone prassi e sull’organizzazione degli uffici.

Infine, un rilevante convegno tenutosi in Consiglio il 26.9.2016 sulla “Giurisdizione e protezione internazionale”, in accordo con l'UNHCR suggellò la riflessione e le proposte più avanzate su tale importante materia. Quella odierna, in definitiva, costituisce un’ulteriore tappa dello straordinario lavoro, che fino pochi anni fa era estraneo dagli orizzonti di competenza del CSM; ribadisco che una pagina di collaborazione che consente al Consiglio di farsi volano di un patrimonio informativo determinante per la gestione dei procedimenti giurisdizionali. E ciò anche avvalendosi del nuovo portale unico istituzionale del CSM, che da pochi giorni è attivo, in modo funzionale al rafforzamento delle relazioni con gli Uffici e i Consigli giudiziari.

In conclusione, un'attività, quella del Consiglio Superiore che si colloca in modo e tempi giusti in corrispondenza delle necessità degli uffici giudiziari coinvolti ed in sintonia con la crescente domanda di giustizia riguardante l'affermazione dei diritti fondamentali dei soggetti fragili; tutto ciò in quadro di sicurezza e ordinato assolvimento al dovere di accoglienza, cui il nostro Paese sta facendo fronte non senza rilevanti difficoltà.

Proprio per questo, Vi rivolgo ancora un sentito ringraziamento e Vi auguro buon lavoro.