11 Novembre 2014


Csm, riunione del Plenum con il ministro Orlando

L'intervento del Vicepresidente del Csm alla riunione del Plenum con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando

~~Saluto e ringrazio il Ministro Andrea Orlando per aver voluto accogliere il nostro invito a partecipare al Plenum.
Signor Ministro della Giustizia, Le do il benvenuto a nome mio e dell’intero Consiglio con l’auspicio che l’incontro di oggi segni un periodo di lunga e fruttuosa collaborazione.

Lei ha già presso parte nell’anno corrente ad una riunione del plenum.
Si trattò, allora il 14 di maggio c.a. di un intervento collocato poco tempo dopo l’avvio del Suo mandato di Governo di fronte ad un Consiglio che si avviava a concludere il suo percorso quadriennale.
L’incontro di oggi, invece, segna per noi l’avvio del confronto all’inizio del mandato consiliare e mi auguro costituisca per Lei un’occasione per fare il punto, dopo poco più di otto mesi di intensa attività ministeriale del pacchetto di riforme licenziate in corso di esame parlamentare e di prossima emanazione.

Nel contesto della collaborazione istituzionale che ne sono certo caratterizzerà i nostri rapporti, Le faccio subito una proposta esplicita e pubblica.

Noi, l’Organo di Autogoverno della Magistratura, ci faremo carico, dentro il perimetro delle nostre prerogative, ma occupandone per intero gli spazi riconosciuti dall’ordinamento e dalla prassi costituzionale, di assumere la sfida delle riforme per un sistema giudiziario più efficiente, celere e giusto, muovendoci sul crinale della declinazione dei principi costituzionali e facendoci carico della quota parte del peso dell’attuazione delle disposizioni normative e dell’impulso autonomo all’esigenza di porre maggiore attenzione all’organizzazione del servizio di giustizia;

Lei, signor Ministro Le chiediamo di impegnarsi con la Sua squadra politica e tecnica, nel pieno rispetto del principio della divisione dei poteri e della distinzione delle funzioni, ad ascoltare le nostre proposte, ad esaminare i pareri, a mettere a disposizione tutti i possibili strumenti di cooperazione, organizzativi e gestionali, a considerare le eventuali critiche e preoccupazioni che formuleremo come espressive della volontà di conseguire gli obiettivi comuni e non già di un approccio conservativo o peggio corporativo, come a volte si tendono a considerare i pareri e le decisioni di questo Consiglio.

Dunque, un rapporto franco e aperto, nel quale nessuno “boccia” nessuno e si rafforza l’elemento della fiducia reciproca circa la volontà, ciascuno nel proprio ruolo, di garantire l’amministrazione della giustizia e il contrasto all’illegalità nell’interesse dei cittadini e quale fattore irrinunciabile di rinascita civile ed economica del nostro Paese.

Signor Ministro, signori Consiglieri, la relazione della Commissione Paladin incaricata nel 1990 dal Presidente della Repubblica di effettuare una ricognizione delle funzioni attribuite al CSM dalla Costituzione, concluse per un’applicazione estesa delle prerogative di espressione dei pareri e delle proposte da formulare al Ministro e, suo tramite, al Parlamento.
La volontà di questo Consiglio, nel rispetto dell’art. 10 della legge istitutiva, è di interpretare appieno questa funzione, sollecitandola a tal fine di ricomprendere in tale attività consultiva anche importanti iniziative legislative di iniziativa parlamentare, sulle quali nulla è stato richiesto a questo Consiglio, come ad esempio sull’introduzione del reato di autoriciclaggio e sulla modifica alle disposizioni sulla diffamazione a mezzo stampa.
Raccoglieremo anche la sollecitazione più volte da Lei rivolta al Consiglio, di formulare precise proposte per migliorare il servizio Giustizia e l’esercizio della Giurisdizione.

In una stagione di Riforme ad ampio spettro, che speriamo dopo lunghi anni di interventi parziali ed a volte disorganici, possano essere approvate ed attuate, questo sarà uno degli obiettivi principali della Consiliatura e quindi siamo molto interessati ad ascoltare direttamente da Lei ampiezza, finalità e stato delle iniziative riformatrici.

Poiché il nostro Paese è abituato a dividersi ed enfatizzare le diverse posizioni sulle iniziative legislative, attenuando viceversa l’attenzione nella fase attuativa, abbiamo intenzione di fare un lavoro, dal nostro punto di vista, di monitoraggio sul campo dello stato di attuazione delle riforme e del loro impatto sul sistema giudiziario anche per far crescere la cultura dell’attuazione.

Stiamo già lavorando, d’accordo con il Comitato Paritetico istituito con il Ministero, sulla verifica di attuazione del Processo Civile Telematico, di recente deliberata.

Un rapporto di stretta collaborazione tra il Ministero e il CSM appare ancor più necessario alla luce dell’approccio integrato ai problemi della giustizia italiana che Lei sig. Ministro ha esposto in occasione del Suo intervento in quest’aula il 14 maggio scorso e in diverse altre occasioni.
E’ da tempo che questo come altri temi appaiono ineludibili ma, nello svolgersi delle iniziative dei vari Governi succedutisi in questi anni, non sempre l’obiettivo è stato in concreto praticato.

Le riforme, le norme anche le migliori, non bastano senza un adeguato supporto organizzativo, senza recuperare il grave deficit quantitativo e qualitativo di personale amministrativo, da anni determinatosi, senza adeguati ed avanzati supporti informatici e tecnologici.

Passi significativi sono stati compiuti ma non ancora al livello sufficiente per un completo recupero di efficienza. Non c’è Ufficio in Italia che non lamenti carenza e demotivazione del personale.
Le 1000 unità previste nella legge di stabilità sono importanti ma ancora lontane dalle scoperture di organico determinatesi da molti anni. Auspicabile sul punto sarebbe un più massiccio ricorso alla mobilità e conseguente riqualificazione professionale di personale amministrativo in esubero a fronte dei processi di riorganizzazione della P.A., a partire dalle Province.
Importante è, altresì, oltre all’avvio del servizio dei 325 giovani magistrati che hanno già scelto la sede, accelerare l’immissione dei 346 nuovi         M.O.T. in formazione e dei 340 del nuovo concorso di recente indetto dal Ministro.
Per parte nostra, con il progetto di reingegnerizzazione del Consiglio, la collaborazione con il DOG, la volontà di proseguire nel lavoro di diffusione delle buone pratiche anche promuovendo un confronto diretto con gli Uffici Giudiziari, avremo cura di porre al centro del nostro lavoro la cultura dell’organizzazione e dell’innovazione che costituisce il secondo macro obiettivo della Consiliatura.

La terza priorità del lavoro che ci attende è costituita dalla straordinarietà del numero e dalla rilevanza del conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, con una concentrazione senza precedenti nel prossimo anno per effetto della riduzione dell’età pensionabile dei magistrati.
Più di 400 nomine in un anno, con un ulteriore potenziale crescita del numero derivante dalla necessità di sostituire i direttivi eventualmente transitati ad altro incarico.
Nel corso della consiliatura, gran parte degli incarichi al vertice degli uffici saranno rinnovati.

Costituisce un nostro dovere assolvere a questo compito con tempestività ed efficacia e lo faremo.

Non chiederemo proroghe, siamo rispettosi delle scelte compiute dal Parlamento, ma è probabile che dovremo sollecitare il Governo a valutare l’opportunità di prevedere una sia pur contenuta gradualità in uscita in misura corrispondente ad un cronoprogramma delle nostre attività e decisioni, in corso di elaborazione e che al più presto trasmetteremo a Lei, Signor Ministro.
Voglio essere ancor più esplicito sul punto.
Ce la faremo a fare le scelte migliori se, oltre al necessario rafforzamento della struttura, raccoglieremo l’invito più volte rivolto negli anni scorsi a questo Plenum dal Presidente Napolitano, al quale, voglio inviare un saluto ed un ringraziamento non formale, e cioè evitare le mediazioni correntizie a favore del merito e delle competenze.

Altri compiti delicati ed importanti ci attendono: revisione dei regolamenti e semplificazioni della corposa normativa secondaria, un rafforzamento dell’attività internazionale, una più efficace attività di comunicazione istituzionale del Consiglio e verso Uffici Giudiziari e i Magistrati, una maggiore speditezza ed efficacia dei procedimenti disciplinari, una riflessione sui criteri di valutazione di professionalità, un rapporto più intenso e collaborativo  con la Scuola Superiore della Magistratura (che abbiamo avviato in questi giorni), una rivalutazione attenta sulla preziosa attività dell’Ufficio Studi per renderla funzionale agli obiettivi che ci siamo dati.

Un lavoro intenso, difficile ma appassionante ci attende. Ogni volta, Signor Ministro, che sentirà una critica o una contestazione, sarà perché saremo preoccupati per la tutela non già di una corporazione ma dell’insopprimibile necessità di tutelare la libertà, l’indipendenza, il prestigio della Magistratura e della funzione giurisdizionale, a partire dal delicato ed importante tema della responsabilità civile. Se non lo facessimo verremmo meno alla nostra funzione costituzionale.

Signor Ministro,
in questa breve introduzione non ho voluto affrontare  i temi di merito delle riforme,  perché vogliamo innanzitutto ascoltare Lei e poi gli interventi dei colleghi Consiglieri che si incaricheranno di esprimere le posizioni sin qui acquisite e le loro opinioni.
Consideriamo questa giornata come l’avvio di un confronto che mi auguro sarà costante nel tempo.
Anzi, Le formulo una seconda conclusiva proposta metodologica.

Con cadenza annuale, impegniamoci noi e il Ministero a verificare lo stato di attuazione del percorso di riforma e di efficientamento del sistema, riflettendo sui passi successivi ed assumendo impegni reciproci.

Il passato Consiglio si trovò ad operare con 5 diversi Ministri e ogni volta con il rischio di dover ricominciare daccapo.
Noi ci auguriamo che ciò non accada nei prossimi anni e che si possa dare continuità al duro e improrogabile lavoro di recupero di efficienza e prestigio del nostro sistema giudiziario.

Esaminando programmi e propositi dei Ministri della Giustizia degli ultimi 20 anni, non si riesce a rintracciare quella necessaria continuità di obiettivi che sono gli stessi da troppi anni.
Diversi sono stati gli interventi positivi, diversi quelli inefficaci. L’incapacità tutta italiana di smarrire con troppa frequenza la continuità almeno sugli obiettivi condivisi, va urgentemente superata. E noi ci auguriamo e Le auguriamo che nel prossimo futuro si possa avviare un nuovo organico percorso che per solidità resista per il tempo necessario ad arrivare alla meta.
Con questo augurio, La ringrazio e Le cedo la parola.