31 Gennaio 2016


Csm, Legnini: la magistratura ha gli anticorpi per fare pulizia al suo interno

Dalla questione morale alla lotta mafia e agli strumenti per combatterla, fino ad arrivare al tema delle Corti d’Appello: queste ed altre le questioni al centro dell’intervista di Donata Calabrese rilasciata dal vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, al Giornale di Sicilia del 31 gennaio 2016. Legnini ha ribadito che la magistratura ha gli anticorpi necessari per fare pulizia al proprio interno.

La questione morale, la lotta alla mafia, la paventata soppressione della Corte d'Appello di Caltanissetta e il fronte antimafia che perde pezzi: sono solo alcuni degli argomenti affrontati dal vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto di Caltanissetta che comprende anche Gela ed Enna.

Dopo il caso Saguto, quanta importanza riveste la questione morale anche nel mondo della giustizia? «La dimensione etica e deontologica è decisiva per l'onorabilità e il prestigio dei magistrati e la credibilità del sistema giudiziario. Le attività opache, i comportamenti illeciti di pochissimi non possono ledere il prestigio dei moltissimi magistrati che fanno il loro dovere mettendo altresì a rischio la loro autonomia ed autorevolezza. Il caso Saguto è un caso simbolo perché tocca un tema delicatissimo e cioè quello di alcuni degli strumenti più rilevanti della lotta alla mafia. I magistrati della Procura di Caltanissetta, con un'indagine coraggiosa e difficile che è tutt' ora in corso, hanno consentito che emergessero fatti di inaudita gravità nella gestione delle misure di prevenzione antimafia a Palermo, permettendo che la Prima Commissione e la Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura potessero sollecitamente esercitare le funzioni di ripristino della serenità e funzionalità di quest'ufficio. Le recenti indagini rappresentano una pagina dolorosa per l'immagine della magistratura. Tuttavia l'autorità giudiziaria nissena ha saputo affrontare quello che potrebbe definirsi come l'abuso e la distorsione dell'antimafia, così dimostrando che è la magistratura stessa ad avere gli anticorpi capaci di fare pulizia al proprio interno».

E sempre a proposito del caso Saguto, il procuratore generale Sergio Lari ha detto che è contata più l'autorevolezza che ha messo in campo il Consiglio superiore della magistratura che i meccanismi disciplinari. Questo rappresenta una virtù ma forse anche un problema? «Siamo intervenuti in modo tempestivo, rigoroso, determinato grazie anche al lavoro della Procura di Caltanissetta. Dopodiché ho sottolineato i limiti degli strumenti a disposizione del Csm che almeno in questa circostanza non ci hanno impedito di ottenere il risultato sperato».

Si rincorrono voci su una imminente soppressione della Corte d'Appello di Caltanissetta. Quali misure intraprendere affinchè questo distretto giudiziario non corra questo rischio? «Ad oggi non vi è nessun disegno soppressivo ma è indispensabile, nel caso in cui eventualmente si dovesse procedere ad una riduzione delle circoscrizioni giudiziarie, tener conto dei carichi di lavoro, del tasso di criminalità e delle caratteristiche socio-economiche e criminali del territorio. Il Consiglio superiore della magistratura si esprimerà quando il ministro chiederà il previsto parere sul disegno di legge che, ad oggi non è stato varato così come non sono definiti i criteri che dovranno ispirarlo. Ho già al riguardo raccolto le preoccupazioni della magistratura e dell'avvocatura ed ho espresso le mie preoccupazioni e le mie idee al ministro, registrando la sua piena attenzione».

Il fronte antimafia, che ha avuto le sue radici proprio in provincia di Caltanissetta, perde pezzi e rischia di travolgere l'intero sistema. «Il fronte antimafia non può e non deve barcollare. Deve rafforzarsi ed essere se possibile ancora più incisivo di quanto sia stato oggi».

Dalla relazione illustrata dal presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, emerge ancora una mafia forte, che seppur indebolita dalle indagini giudiziarie condotte negli anni, continua a far sentire la sua presenza sul territorio. Bisogna dunque continuare a tenere alta la guardia? «I risultati dell'azione di contrasto sono stati eccezionali ma il persistente insediamento mafioso deve far preoccupare tantissimo non solo questo ma l'intero territorio siciliano. Le mafie hanno cambiato pelle, esteso i loro affari e insediamenti territoriali. La lotta alla criminalità organizzata, all'economia sommersa, illegale, diffusa costituisce la priorità per il nostro Paese».

Questa Procura ha riaperto le indagini sulle stragi del '92. Quanto è importante continuare ad indagare sugli anni bui della stagione stragista? «E un lavoro preziosissimo perché ha un fortissimo carico simbolico. Si tratta di un nuovo e forse conclusivo contributo per l'intero Paese per cercare di comprendere cosa accadde in quel terribile 1992. Grazie alle straordinarie capacità dei magistrati nisseni, alla loro professionalità, passione e coraggio, è stato e sarà possibile assicurare completa verità processuale e giustizia effettiva rispetto a vicende drammatiche che hanno segnato una stagione buia della storia repubblicana».

Prima di presenziare alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto di Caltanissetta, lei ha visitato gli uffici giudiziari di Gela ed Enna. Quali conclusioni ha tratto? «Porterò con me sensazioni forti di una magistratura che non esito a definire coraggiosa, persino eroica, perché si tratta nella maggior parte dei casi di magistrati giovani, per lo più donne all'inizio del loro percorso professionale, con un elevato tasso di turn-over che in qualche modo dobbiamo tentare di arginare con incentivi non solo economici ma anche di carriera, per chi decide di fare questa esperienza che è straordinaria. Un grazie a questi giovani magistrati e un grazie anche ai loro capi che operano in questi uffici. Avevo contezza documentale e statistica delle difficili condizioni di lavoro di Enna e Gela ma vi assicuro che, seppur nello spazio di una breve visita in entrambi gli uffici, ho ricavato insegnamenti e sensazioni che per me rimarranno indelebili».