04 Febbraio 2011


PATTO SVILUPPO, LEGNINI: “REGIONE NON SPRECHI DISPONIBILITA’ DI TUTTI, PRONTI A TAVOLO PARLAMENTARI PER PORTARE NOSTRO CONTRIBUTO”

“E’ il momento di accantonare l’arroganza e l’inconcludenza di questi mesi e di mettere in atto quel che gli abruzzesi chiedono alle istituzioni: unire le forze, esercitare un’azione costante in quei luoghi dove si decide il futuro della regione e cioè il parlamento, il governo, l’Europa, trovare soluzioni concrete. L’Abruzzo è ancora in piena emergenza e nessuno può far finta di niente. Se la Regione continuerà a rifiutare il nostro sostegno al Patto per lo Sviluppo, proporrò ai parlamentari di organizzare un tavolo di confronto e di elaborazione di azioni a favore dell’Abruzzo, offrendo il nostro aggiuntivo contributo agli attori istituzionali e sociali della nostra regione”

Lo afferma il senatore abruzzese del Pd Giovanni Legnini. “Dalle parti sociali, con diverse sfumature, è arrivato un allarme pressoché unanime: il Patto per lo Sviluppo non funziona e va cambiato. Una delle ragioni dell'inconcludenza é stata l'impostazione autoreferenziale del governo regionale, che non si comprende tanto più nella nuova condizione politica generata dal governo Monti (con Pdl, Pd e Terzo Polo in maggioranza). Eppure le emergenze sono sotto gli occhi di tutti: la ricostruzione, il commissariamento della sanità, i Fas, il rischio di un isolamento infrastrutturale, il dragaggio del porto di Pescara, lo stato comatoso del trasporto ferroviario, la liberalizzazione del trasporto pubblico locale, le tante crisi industriali aperte sul territorio regionale, lo sviluppo energetico da fonti rinnovabili, la riforma delle circoscrizioni giudiziarie.

Sono tutti temi che si giocano sui tavoli nazionali” spiega Legnini “e per i quali il pieno coinvolgimento di tutta la rappresentanza parlamentare, territoriale e sociale sarebbe una decisione di buon senso ed è la richiesta delle imprese. Contrariamente a quanto dichiarato dal coordinatore del Pdl senatore Piccone, non sembra pensarla così Chiodi, che ad ogni critica e proposta reagisce affibbiando il titolo di ‘corporazioni’ a chiunque si faccia portatore di un disagio, e che con la sua ennesima risposta incomprensibile all’ipotesi di coinvolgere i parlamentari nel Patto per lo Sviluppo (‘L’ingresso dei parlamentari? Questo non è un tavolo politico’) sta rischiando non solo di disperdere la responsabilità dimostrata in questi giorni da più parti, forze sociali in testa, ma di ispirarsi a quell’ammonimento che gli italiani leggevano negli uffici pubblici dell’era fascista: ‘Qui non si fa politica, qui si lavora’. Ma questo atteggiamento è contro gli interessi dell’Abruzzo e i risultati sono evidenti.

Noi parlamentari del Pd confermiamo la nostra piena disponibilità, da subito, a dare sostegno e voce al Patto per lo Sviluppo, perché molte delle opportunità che l’Abruzzo può cogliere dipendono dal governo nazionale e dalla forza del pressing unitario che gli abruzzesi saranno in grado di esercitare. Ribadisco che di certo non ci autoinvitiamo ad alcun tavolo, trattandosi di una proposta avanzata da altri soggetti aderenti al Patto: ed è per questo che faccio una proposta a tutti i parlamentari abruzzesi. Se la Regione continua a respingere il nostro sostegno, organizziamo noi, autonomamente, nel pieno delle nostre funzioni alle quali i cittadini ci hanno chiamato, un tavolo di confronto e di elaborazione di azioni a favore dell'Abruzzo in crisi e offriamo il nostro aggiuntivo contributo agli attori istituzionali e sociali della nostra regione. Noi siamo pronti come lo siamo stati nella generosa adesione al Patto”.