02 Gennaio 2016


L'intervista del Vice Presidente Legnini a Il Sole 24 Ore

Sul quotidiano economico oggi viene pubblicata l'intervista a Giovanni Legnini di Donatella Stasio, sui temi dell'autoriforma del Consiglio Superiore della Magistratura e sui rapporti fra magistratura e politica

Il testo dell'intervista pubblicato su Il Sole 24 Ore del 2 gennaio 2016

Troppe consulenze, troppi incarichi esterni: «Sono maturi i tempi per una stretta legislativa» dice il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, in questa intervista in cui affronta il tema degli intrecci tra politica e magistratura, fonte di polemiche, come quella recente sul Procuratore di Arezzo Rossi.

«Correttezza, trasparenza, sobrietà, rispetto dei diritti e dei doveri»: secondo il Capo dello Stato è questo che i cittadini onesti «pretendono da chi governa, a ogni livello». La magistratura è in grado di rispondere a questa esigenza?

È un richiamo molto forte che condivido totalmente. Lo leggerei insieme al riferimento diffuso, nel bellissimo discorso del Presidente, alla legalità intesa come attuazione piena dei principi e dei valori costituzionali. Il richiamo al rispetto delle regole da parte di tutti, anzitutto di chi governa le istituzioni, va letto insieme alla necessità di assicurare un’efficace lotta al malaffare, alla criminalità, alla corruzione, all’evasione fiscale, che assumono centralità per restituire fiducia e speranza dei cittadini nelle nostre istituzioni e per consolidare la ripresa del Paese. La magistratura italiana, che il Presidente ha voluto espressamente ringraziare insieme alle forze dell’ordine, è dotata di straordinarie professionalità e capacità per corrispondere a tali prioritari obiettivi del Paese. E tale capacità andrà consolidata nel nuovo anno anche col lavoro straordinario che il Csm è chiamato a svolgere.

Il «caso Rossi» sembra essersi sgonfiato, anche se, a quanto pare, la prova del 9 sarà la decisione del Procuratore di iscrivere altri consiglieri di amministrazione di Banca Etruria alla luce della relazione del liquidatore. Come dire che, se Boschi padre sarà indagato, la credibilità della magistratura è salva; se non lo sarà, rimarranno ombre e sospetti. Un bel paradosso, non crede?

Escludo categoricamente che tale sia la motivazione che ha indotto i relatori della prima commissione ad anticipare una valutazione che sarà definitivamente approvata non prima dell’11 gennaio. Si sono escluse situazioni di incompatibilità alla luce di altri elementi forniti dal Procuratore Rossi. Inoltre, la documentazione della Banca d’Italia che la commissione intende acquisire riguarda le attività pregresse della Procura e non può certo riferirsi a quelle future. Peraltro, il 31 dicembre è scaduto il rapporto di consulenza di Rossi con il Governo e quindi quel che farà o non farà dal 1° gennaio in avanti non potrà essere oggetto di esame nell’ambito della procedura svolta dalla Prima Commissione. Il paradosso che lei ipotizza, dunque, semplicemente non esiste.