18 Ottobre 2015


Legnini a Repubblica delle Idee 2015: nel contrasto alla corruzione l’Italia deve diventare un modello

Il Vice Presidente del CSM, Giovanni Legnini a Pescara per Repubblica delle Idee 2015: "Fermare il malaffare è una priorità nazionale. Non basta il carcere servono le misure utilizzate nella lotta alle mafie”. Legnini ha affermato che l’Italia deve diventare un modello nel contrasto alla corruzione. I principali passaggi del suo intervento nell’articolo su La Repubblica di Giuseppe Caporale

Licenziare i funzionari pubblici corrotti e aumentare le misure interdittive e patrimoniali perché «la risposta penale e detentiva da sola non basta contro la corruzione. Ed è sicuramente più efficace se combinata con sanzioni di altro genere». E poi prendere a modello l'inchiesta "mafia capitale" come metodo di lavoro investigativo per debellare i fenomeni criminali nella pubblica amministrazione. Dal palco della Repubblica delle Idee Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm traccia una via alternativa alla lotta all'illegalità.

«Nel contrasto alla corruzione l'Italia deve diventare un modello, anche mutuando istituti adattati finora alla lotta contro le mafie» ha sottolineato il numero uno di Palazzo Marescialli. Durante il faccia a faccia con Attilio Bolzoni, ha spiegato poi che «il malaffare toglie soldi dalle tasche dei cittadini, seppure ancora non ci sia al riguardo una consapevolezza diffusa nel Paese».

«La corruzione è un problema nazionale non solo sotto l'aspetto morale come è evidente, ma soprattutto dal punto di vista economico. L'illegalità si alimenta di criminalità, corruzione ed evasione in primis, e viene stimata intorno ai 120 miliardi di euro», ha aggiunto Legnini. «Larga parte del futuro dei nostri giovani dipende dall'efficacia della prevenzione, contrasto e repressione di queste condotte. Riforme costituzionali e abolizione delle tasse sulla prima casa sono argomenti di certo rilevanti, ma dovrebbe essere la lotta all'economia illegale la vera missione nazionale».

Legnini ha poi voluto sottolineare l'efficacia del "tribunale delle imprese" istituito di recente e che «ha portato alla risoluzione entro un anno dell'83 per cento dei contenziosi». Durante l'intervista si è poi discusso del post terremoto all'Aquila, dove sono stati già spesi oltre 14 miliardi di euro di fondi pubblici e dove il rischio corruzione è altissimo: «La parte più delicata riguarda la ricostruzione privata: lì la persona da corrompere è l'amministratore di condominio, il proprietario che gestisce quelle risorse. Serve unanorma chiara per assimilare l'amministratore di condominio al funzionario pubblico».

Non è mancato un riferimento alle vicende di Roma e alle dimissioni del sindaco Ignazio Marino. «È persona che conosco e stimo», ha chiosato Legnini, «a mio avviso non si è dimesso per vicende giudiziarie ma per ragioni politiche».