21 Marzo 2014


La revisione della spesa? paghi chi guadagna di piu’

La scommessa è tornare a crescere. Quella sarà la strada per consolidare i conti e abbattere il debito. La mia intervista su il quotidiano L’Unità.

Sottosegretario, l’Italia chiede più flessibilità di spesa. Perché Renzi dovrebbe ottenere quello che Letta non ha avuto?

“La flessibilità prevede due profili, che vanno distinti. Poter utilizzare lo spazio finanziario fino al 3% è possibile, con l’attivazione di una precisa procedura, disciplinata dalla legge di contabilità. Ovvero, una relazione da votare in Parlamento, sentito il parere della Commissione Ue. Si tratta quindi di lavorare su questo fronte, molto importante per finanziare le misure di riduzione delle tasse annunciate dal premier”.

Dunque le risorse servono per il fisco, non per gli investimenti.

“Certo, per il fisco, ma sempre in un’ottica di sostegno alla domanda interna del Paese”.

E il secondo profilo?

“E’ quello sulla esclusione dei fondi strutturali dai vincoli del Patto. In questo caso si tratta di modificare le regole, oggi si è fatto il primo passo, ma il percorso si espleterà durante l’anno, e sarà al centro dell’iniziativa italiana durante il semestre di presidenza”.

Il ministro Padoan aveva annunciato una due diligence sui conti italiani. E’ stata fatta? Con quali risultati? Brunetta dubita che il deficit sia al 2,6%.

“I conti italiani sono in ordine: le previsioni sono note a tutti. Eventuali scostamenti, derivanti da una possibile minore crescita, si verificheranno a fine anno. Ma noi siamo fiduciosi che le misure oggi in cantiere saranno orientate al rafforzamento del Pil”.

Proprio tutte le misure? I tagli prospettati da Cottarelli non avranno effetti recessivi?

“La riduzione della spesa di per sé è recessiva. Ma se le risorse vengono destinate ai redditi delle famiglie, specie a quelli più bassi, abbiamo la certezza che i consumi aumenteranno, con effetti benefici sul Pil. Il tema importante è selezionare bene sia gli interventi di riduzione della spesa che il finanziamento delle misure espansive”.

Molti di quelli indicati da Cottarelli pesano proprio sulle famiglie più deboli.

“La manovra complessiva di Renzi ha un segno chiaro e inequivocabile di equità sociale e di impulso alla crescita. E’ evidente che le riduzioni di spesa, che pure noi riteniamo necessarie, non possono contraddire il segno sociale della manovra. Tradotto: la revisione della spesa deve orientarsi innanzitutto verso le spese improduttive e superflue, e poi verso chi ha più possibilità di dare. Sarebbe un controsenso far pagare le famiglie che la manovra intende invece sostenere”.

Lei conferma che le pensioni non saranno toccate?

“Sto a quello che ha detto il premier. Cottarelli ha indicato gli obiettivi di risparmio possibili. A questo punto le scelte spettano alla politica. Ritengo sia giusto ripristinare il rapporto di strumentalità positiva tra le indicazioni tecniche e le scelte della politica”.

Come mai non si parla più di lotta all’evasione? Eppure se c’è un parametro europeo che l’Italia non rispetta è proprio quello della fedeltà fiscale.

“Tra i nostri obiettivi la lotta all’evasione c’è. E aggiungo che non si è mai fermata, anche se il dibattito politico in questa fase si concentra sui tagli di spesa. Naturalmente sappiamo che la crisi ha avuto un impatto fortissimo sui redditi, determinando molte criticità, ma la lotta all’evasione resta l’altro grande capitolo in agenda per recuperare risorse per l’equità e la crescita. L’esercizio della delega fiscale e la semplificazione vanno letti anche in questa direzione, ovvero accrescere la compliance fiscale”.

Le imprese si aspettavano un po’ di più.

“Nel pacchetto dei provvedimenti, come è noto, è ricompreso l’obiettivo di riduzione dell’Irap attingendo all’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie e la riduzione delle bollette energetiche, oltre che l’ambizioso programma per il drastico abbattimento degli oneri burocratici. Non mi sembra poco, e comunque l’intera manovra di politica economica è orientata a sostenere la crescita”.

A che punto è il lavoro sul Def? Sarà lì che si vedrà il piano di attuazione della manovra?

“Siamo nel pieno del lavoro, visto che si deve presentare entro il 10 aprile assieme al piano nazionale per le riforme”.

Quando saranno distribuite le deleghe all’interno del ministero dell’Economia?

“Credo molto presto, è questione di giorni”.