09 Luglio 2013


«L’Abruzzo ha le leve per ripartire» La mia intervista a Il Tempo

Legnini punta sulla ricostruzione. La soluzione è globale: serve una deroga al patto di stabilità europeo.

PESCARA.
E' l'unico politico abruzzese a occupare un posto di rilievo nella compagine del governo Letta. Giovanni Legnini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio in quota Pd, è il principale punto di riferimento per le numerose istanze del territorio. A due mesi dall'insediamento dell'esecutivo, compie un primo bilancio sul suo impegno a favore della regione. 

«La vera emergenza è la ricostruzione dell'Aquila - rileva Legnini -. Il governo ha stanziato 1 miliardo e 200 milioni di euro e sta lavorando per rendere tutti i fondi immediatamente spendibili. Inoltre sono state sbloccate le risorse destinate alle politiche di sviluppo delle aree del cratere - aggiunge il sottosegretario -. Anche su questo fronte ci stiamo dando da fare per superare i ritardi e impegnare al più presto la totalità delle somme».

La rinascita dell'Aquila, però, è strettamente legata all'evoluzione del quadro nazionale ed europeo:
«Dobbiamo metterci in cammino verso la ricerca di una soluzione globale al tema della ricostruzione, che verrebbe certamente favorita dalla concessione di una deroga al patto di stabilità europeo».

Un altro tema caldo, che ha visto l'esponente del governo impegnato in prima persona, è la battaglia contro la realizzazione di Ombrina Mare 2
L'impianto di estrazione e lavorazione petrolifera destinato a insediarsi nelle acque antistanti il litorale teatino. «Oltre a sostenere il disegno di legge presentato dalle varie forze politiche, ho promosso un incontro con tutti i parlamentari abruzzesi - ricorda il sottosegretario -. La volontà univoca è quella di modificare la norma transitoria che ha aperto la strada al progetto e penso che l'obiettivo possa essere centrato legando lo stop a Ombrina Mare all'istituzione del Parco della costa teatina». Una prospettiva che negli ultimi tempi appare più concreta: «La Regione, dopo aver espresso più volte contrarietà e allungato i tempi dell'iter, si è finalmente dichiarata disponibile a cooperare alla perimetrazione del Parco».

L'economia del territorio, nel frattempo, mostra segnali di grande sofferenza.
«Dentro la crisi globale e dentro la crisi italiana - rimarca Legnini - c'è la crisi abruzzese, che stando ai dati è molto più acuta che altrove». Un attacco, neanche troppo velato, nei confronti dell'amministrazione regionale di centrodestra. «Non è tutta colpa del presidente Chiodi e non è possibile racchiudere una discussione di portata globale tra le mura dei confini regionali - precisa il sottosegretario -. Ma la politica della Regione non ha prodotto risultati e non ha fornito un contributo significativo all'attenuazione di un ciclo economico decisamente negativo». Nonostante tutto, però, Legnini fa professione di ottimismo. «L'Abruzzo ha più leve degli altri per ripartire - afferma l'esponente del governo -.

Una ricostruzione efficace aggiungerebbe Pil e occupazione e puntando con più convinzione su agricoltura, agroalimentare e turismo, beneficeremmo degli ampi margini di crescita garantiti da questi settori». La ricetta di Legnini passa per una sostanziosa boccata di ossigeno da fornire alle imprese: «Bisogna concentrare le risorse e compiere un'azione shock sull'accesso al credito».

Stefano Buda