25 Ottobre 2013


Terremoto, occorre uscire dalle incertezze normative, servono più tutele per i soggetti danneggiati

Per gli interventi conseguenti alle calamità naturali occorre uscire dalle incertezze normative e finanziarie, particolarmente evidenti per la situazione de L’Aquila e del cratere abruzzese, definendo un sorta di “statuto” dei soggetti danneggiati che hanno il diritto di sapere, prima che accadano i disastri naturali, quali sono i diritti risarcitori che spettano loro.

A margine del convegno “Finanza pubblica e fiscalità compensativa per le aree danneggiate da eventi naturali e inquinamento” al quale ho partecipato questa mattina all’Università degli Studi di Chieti-Pescara, insieme al presidente emerito della Corte Costituzionale, professor Franco Gallo, e a diversi docenti delle Università italiane, ho anche sottolineato che troppi sono stati gli interventi estemporanei e diversificati tra i diversi territori colpiti dai terremoti e dalle alluvioni.

Particolarmente evidente è il caso dell’obbligo di restituzione delle imposte e dei contributi sospesi, dopo la pronuncia della Commissione europea dell’ottobre del 2012 che considera “aiuto di Stato” la riduzione del 60 per cento del sospeso. Occorre pertanto, a seguito del pronunciamento, adottare una misura equa che escluda il più possibile i contribuenti da tale ingiusto obbligo restitutorio e che consideri non solo il danno diretto, ma anche il danno “sistemico” determinato dal terremoto del 2009 che provocò, oltre a numerose vittime e gravissimi danni materiali, anche la caduta del prodotto e dell’occupazione.

Lavoreremo per persuadere l’ Unione europea a tener conto di tali gravi condizioni economiche e sociali dell’Aquila e del territorio abruzzese danneggiato dal sisma.