06 Luglio 2013


Pressione fiscale, aumento insopportabile, frutto delle manovre finanziarie dal 2011

Uno dei paradossi degli ultimi anni è che, mentre si discuteva di abbassare la pressione fiscale, la si aumentava. Il passaggio dal 42.6% al 44% di oggi non è accaduto all’insaputa del Parlamento e dei governi passati, ma è avvenuto proprio in virtù delle scelte o non scelte che sono state fatte.

Certamente questo ulteriore avanzamento, che è insopportabile per la nostra economia, è frutto delle manovre finanziare dal 2011 in avanti. Ora il governo sta lavorando per ricercare gli 11 miliardi di euro che servono a superare l'ingorgo fiscale costituito dall'imu e dagli aumenti automatici dell'Iva, dei tares e dei ticket dal primo gennaio 2014, già previsti dalla legislazione vigente. Non è semplice ma dobbiamo assolutamente farcela.

Se vogliamo fare un intervento significativo per l'economia occorre ridurre di almeno due punti la pressione fiscale. Due punti di Pil vogliono dire circa 33 miliardi di euro, che rappresentano una cifra imponente da ricercare nel processo in atto di risparmio di spesa, di revisione degli incentivi e delle agevolazioni, e di riforma profonda dell'assetto del nostro Paese, a partire dall'abolizione delle Province, deliberata ieri dal consiglio dei ministri.