11 Gennaio 2011


MACREOREGIONE, APPROVATA MOZIONE LEGNINI. IL SENATORE: “GRANDE OPPORTUNITA’ PER ABRUZZO”

"Il governo deve impegnarsi per lo sviluppo della Macroregione Adriatico-Ionico perchè interessa tutta la parte orientale del nostro Paese. Una straordinaria opportunità per stare a testa alta in Europa, per esercitare una leadership sugli altri Paesi dell’area". Lo ha detto il senatore del Pd Giovanni Legnini intervenendo in Aula per presentare la mozione di cui è primo firmatario, e che oggi il Senato ha approvato.

"Le macroregioni - ha spiegato - non sono un nuovo livello istituzionale, un nuovo organismo, un nuovo ente, ma rappresentano la declinazione delle politiche dell'Unione europea per macroaree, al fine di favorire il coordinamento degli interventi delle politiche per la coesione con i programmi settoriali. Non è un caso che l'Europa abbia accompagnato il pronunciamento e, anzi, la sollecitazione sulla strutturazione di macroregioni in sede europea con tre no: no a nuovi regolamenti, no a nuovi organi e no a nuovi fondi. Non si prevede, quindi, di creare sovrastrutture aggiuntive rispetto a ciò che già esiste".

"E' necessario - ha proseguito Legnini nell'aula del Senato - che il governo si attivi con decisione nella sua opera rafforzamento del ruolo del nostro Paese nella definizione della strategia della macroregione che ha delle dirette ricadute nella programmazione nazionale, economica ed infrastrutturale, nella definizione delle politiche ambientali, energetiche e turistiche - oltre che, ovviamente, nella politica estera. Non potremmo prescindere da questa realtà".

"Parliamo di un piano d'azione - ha aggiunto Legnini – “di enorme rilievo per l’Abruzzo e per le sue piccole imprese, per la rete infrastrutturale, per la politica energetica, per l'ambiente e per il turismo. D’altronde i grandi investimenti europei in infrastrutture passano per i 'corridoi' e l’Abruzzo ad oggi ne è tagliato fuori: il corridoio più vicino a noi parte da Helsinki e si ferma a Ravenna. Così come siamo fuori, assieme a pochissime altre regioni, dagli investimenti in Alta velocità e Alta conduzione. Dobbiamo respingere questo nuovo rischio di isolamento. Ecco perché la Macroregione Adriatico-Ionica è un'opportunità che riguarda ogni abruzzese”.

 A questo link il testo della mozione approvata: http://www.senato.it/lavori/21415/106652/genpagina.htm

Il testo dell'intervento in aula del Senatore Legnini:

 Signor Presidente, il nostro Gruppo ha particolarmente insistito per calendarizzare sia la nostra mozione, sia le altre che sono state già illustrate, presentate da altri colleghi e da altri Gruppi, per colmare un vuoto di discussione, di confronto e anche di decisione del Parlamento italiano su uno degli obiettivi più ambiziosi che l'Italia sta coltivando in questa fase in sede europea. È utile e certamente necessario che il Parlamento e il Governo si pronuncino in modo chiaro alla vigilia della possibile, definitiva approvazione di questa iniziativa europea. Le macroregioni non sono un nuovo livello istituzionale, un nuovo organismo, un nuovo ente, ma rappresentano la declinazione delle politiche dell'Unione europea per macroaree, al fine di favorire il coordinamento degli interventi delle politiche per la coesione con i programmi settoriali. Non è un caso che l'Europa abbia accompagnato il pronunciamento e, anzi, la sollecitazione sulla strutturazione di macroregioni in sede europea con tre no: no a nuovi regolamenti, no a nuovi organi e no a nuovi fondi. Non si prevede, quindi, di creare sovrastrutture aggiuntive rispetto a ciò che già esiste. Le strategie macroregionali possono diventare uno strumento molto importante per dare concretezza all'obiettivo di coesione territoriale promosso dal Trattato di Lisbona e per rafforzare i processi di adesione all'Unione Europea dei Paesi candidati o potenzialmente candidati. L'Unione Europea ha adottato numerosi atti di indirizzo in tal senso, che fino ad oggi hanno portato ad approvare due macroregioni in sede europea, quella del Baltico e quella del Danubio. Dunque, quella Adriatico-Ionica potrà essere la terza macroregione in sede europea e vi è la possibilità concreta che ciò avvenga in breve tempo. Questa macroregione ha una valenza indiscutibile, più delle altre macroregioni già definite o potenzialmente definibili. Otto Paesi hanno già aderito: tre già membri dell'Unione Europea (l'Italia, la Grecia e la Slovenia), due candidati (la Croazia e il Montenegro), e tre potenziali candidati (l'Albania, la Bosnia Erzegovina e la Serbia). Dunque la strategia Adriatico-Ionica non è in contraddizione con una politica mediterranea, tanto più urgente in questa fase, per la necessità di definire i rapporti tra l'Unione europea, la Turchia e il Medio Oriente, da un lato, e i Paesi del Nord-Africa, dall'altro, anche a seguito degli eventi molto importanti di questi anni. È, invece, il primo passo o, come è stato definito in sede europea, un ponte verso una più ampia strategia del Mediterraneo. La strategia Adriatico-Ionica ha un livello di definizione avanzato e concreto. Parte dal 2000, dopo la cessazione dei conflitti che tutti ricordiamo nei Balcani. Da allora si sono succedute numerose iniziative di avvicinamento: si sono mosse le città, le Regioni, le camere di commercio, le università, associazioni culturali, organizzazioni d'impresa, che hanno costituito forum e coordinamenti. Vi è stato un movimento e ci troviamo in una fase di condivisione dal basso molto avanzata. Nel 2010 ad Ancona il Consiglio Adriatico-Ionico ha adottato una dichiarazione formale per la definitiva approvazione della strategia, che poi è stata ribadita a Bruxelles nel 2011. Il Consiglio europeo, nel giugno 2011, in occasione dell'approvazione della strategia per il Danubio, ha invitato gli Stati membri a proseguire in questa azione di strutturazione e di promozione delle strategie macroregionali, con particolare riferimento a quella Adriatico-Ionica. Infine, l'11 e il 12 ottobre - da qui trae le mosse la nostra iniziativa di chiedere la calendarizzazione della mozione - il Comitato delle Regioni, che rappresenta tutte le Regioni d'Europa, ha approvato all'unanimità questa strategia; l'ha fatto dopo la relazione del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, che ieri il nostro Gruppo, insieme a colleghi di altri Gruppi che hanno accettato il nostro invito, ha incontrato per rendere questa discussione ancor più consapevole e per essere aggiornati sui passi futuri che dovranno essere fatti in vista di questa approvazione. Peraltro, ricordo che dal 2008 ad Ancona è operativo un Segretariato permanente, diretto dall'ambasciatore Fabio Pigliapoco, a servizio di tutti i Paesi aderenti. Dunque mancano, ad oggi, solo gli atti di approvazione definitiva in sede europea e soprattutto il varo di un piano d'azione concreto della macroregione. È su questo percorso che i Governi, compreso il nostro, e i Parlamenti nazionali devono rafforzare il proprio ruolo, la propria partecipazione e la propria opera di accompagnamento. Il passato Governo, attraverso il sottosegretario Mantica, aveva seguito molto attentamente questo percorso; noi chiediamo che l'attuale Governo faccia altrettanto e anzi di più in vista della conclusione della procedura e lo faccia con il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali. Sarebbe singolare, infatti, che una strategia transnazionale come quella di cui stiamo discutendo fosse portata avanti e conclusa all'insaputa dei Parlamenti nazionali. Tale partecipazione è importante per la definizione della strategia ma anche perché nella programmazione nazionale, economica ed infrastrutturale, nella definizione delle politiche ambientali, energetiche e turistiche - oltre che, ovviamente, nella politica estera -, noi non potremmo prescindere da questa realtà, se e quando sarà definita e conclusa. Se leggiamo oggi tutti gli atti di programmazione economica nazionale non vi è alcun riferimento a questa strategia che riguarda mezza Italia, tutta la parte orientale del nostro Paese. A questo riguardo è eclatante la vicenda, richiamata anche da altri colleghi, del completamento del Corridoio Baltico-Adriatico nel contesto dell'integrazione della rete transeuropea di trasporto che riguarda in particolare l'alta velocità. Esiste una proposta di regolamento europeo che prevede il prolungamento del corridoio fino a Ravenna e che taglia fuori tutte le Regioni del medio e basso Adriatico - le Marche, l'Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Calabria - dall'Alta velocità. Se in sede europea venisse approvato un regolamento con questo contenuto, tali Regioni, nei prossimi decenni, sarebbero tagliate fuori dall'Alta velocità, subendo una condizione di isolamento e di handicap gravissimo. Inoltre, è molto rilevante la necessità di coordinare le politiche energetiche. Mi riferisco alla vicenda, che i colleghi ricorderanno, dell'estrazione del gas nell'alto Adriatico, con il rischio del fenomeno della subsidenza che viene trattato in un modo dal nostro Paese e in un altro di Paesi che si trovano dall'altro lato dell'Adriatico. La Slovenia e i Paesi limitrofi, infatti, si stanno muovendo in questa direzione. Ricordo anche il tema generale delle estrazioni petrolifere sul mare e delle piattaforme offshore che stanno proliferando mettendo a rischio, secondo me, l'ambiente e il mare lungo l'Adriatico e che naturalmente andrebbero programmate in un'ottica macroregionale. Non mi soffermo, inoltre, sulle politiche infrastrutturali, sulla portualità, la proliferazione, sempre sull'Adriatico, di piccoli porti che non dialogano tra di loro e, più in generale, sulle politiche di sviluppo di quell'area con un utilizzo più efficace e rapido dei fondi europei che il nostro Paese, notoriamente, fa fatica a spendere. A questo proposito l'attuale Governo si sta muovendo molto tempestivamente e, a mio modo di vedere, efficacemente. Insomma - e concludo - si tratta di una importante strategia che interessa tutta la parte orientale del nostro Paese; una straordinaria opportunità per stare a testa alta in Europa, per esercitare una leadership sugli altri Paesi dell'Adriatico-ionico. Dobbiamo fare in fretta per cogliere questa opportunità, in vista della nuova programmazione dei fondi comunitari che partirà nel 2014, ma che sarà definita durante il corso del 2012 e 2013. Ecco perché abbiamo ritenuto utile che oggi questo ramo del Parlamento si esprimesse e che il Governo manifestasse, come mi auguro faccio oggi, l'intenzione di rafforzare il suo impegno in sede europea per portare a compimento questa importante strategia.