16 Febbraio 2017


Intervento del Vice Presidente Giovanni Legnini su Il Dubbio

Magistrati e avvocati, la svolta del lavoro comune di Legnini Giovanni

Gia nel corso della scorsa cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario del Consiglio Nazionale Forense, avevo fatto riferimento ad alcuni concreti obiettivi verso cui orientare la rinnovata volontà di collaborazione tra Magistratura e Avvocatura. Quella di martedì è stata l'occasione per tornare sugli impegni presi e riflettere su quanto c'è ancora da fare. Numerose e solide sono le basi comuni, per la Magistratura e l'Avvocatura, da cui muovere: puntuali e articolate proposte per l'efficienza del processo; diffusione delle buone pratiche organizzative negli uffici giudiziari; linee di sviluppo su formazione e collaborazione tra le Scuole; valorizzazione del ruolo dei Consigli Giudiziari; diffusione della cultura della legalità nelle Scuole. E in atto un cambiamento culturale di vasta prospettiva, sia nell'Avvocatura, che nell'amministrazione della Giustizia grazie al lavoro dell'intero Consiglio Superiore della Magistratura e dell'intero Consiglio Nazionale Forense, presieduto dall'avvocato Andrea Mascherin.

Negli ultimi dodici mesi, il tema del pieno coinvolgimento dell'Avvocatura nell'organizzazione degli uffici giudiziari ha fatto irruzione sulla scena. Desidero offrire un quadro delle iniziative che hanno visto collaborare l'Avvocatura e il Governo autonomo della magistratura. Ritengo che si stia manifestando un mutamento epocale, che non deve passare inosservato. Lo scorso 13 luglio è stato sottoscritto il Protocollo d'intesta tra Csm e Cnf. E la prima volta che il Presidente del Cnf prende parte ad una solenne seduta del Plenum per sottoscrivere un accordo con l'organo di Governo Autonomo della Magistratura.

Quella presenza non è solo simbolica. Segna, invece, il superamento di un antico feticcio, rimasto vivo nella cultura e nella quotidianità del mondo giudiziario. Viene superato il pregiudizio della divisione, della separa-tezza tra avvocatura e magistratura ordinaria. Si scopre, invece, che le buone pratiche organizzative e la scommessa sull'efficienza richiedono la leale collaborazione, si giovano di una comunanza di impegni da perseguire unitamente. I17luglio scorso il Consiglio ha approvato il manuale dei modelli di organizzazione degli Uffici Giudiziari italiani. E il frutto della ricognizione delle buone pratiche organizzative censite in tutti gli uffici requirenti e giudicanti. In tale documento la collaborazione tra Magistratura e Avvocatura, viene sottolineata a più riprese. Il 13 settembre 2016 il Plenum del Csm, in occasione del parere sul progetto di riforma dell'ordinamento giudiziario, si è espresso in modo chiaro sulla partecipazione degli avvocati all'interno del circuito dei Consigli Giudiziari.

Si è manifestato un diffuso orientamento favorevole alla valorizzazione del ruolo dell'avvocatura. Certo, persistono disparità di vedute sul modello di questa integrazione e sull'ampiezza del ruolo dell'Avvocatura nei Consigli giudiziari. Se si persegue la massima efficienza e le buone pratiche, allargando il pluralismo nell'ambito dei Consigli giudiziari, i risultati non tarderanno ad arrivare. Nell'ambito delle linee programmatiche sulla formazione e l'aggiornamento professionale dei magistrati è stata evidenziata la "collaborazione formativa con le organizzazioni forensi". E il segno di una comune cultura della giurisdizione, in favore della mediazione e per l'obiettivo della "riduzione del contenzioso civile". Il 25 gennaio 2017 è stata approvata la nuova circolare sulle Tabelle di Organizzazione degli Uffici Giudiziari. All'esito di un'audizione del Cnf presso la VII Commissione consiliare è stata prevista una partecipazione attiva dell'Avvocatura nell'elaborazione delle Tabelle.

Si tratta del principale strumento di organizzazione autonoma di cui dispongono i Capi degli Uffici. Ciò rende evidente il cruciale passo in avanti della nostra cultura giudiziaria. Ve ne è conferma nelle innovative disposizioni sul benessere organizzativo negli uffici giudiziari e sulla tutela della genitorialità, la cui definizione in ciascuno degli uffici, potrà prevedere ulteriori spazi di partecipazione attiva e determinante dell'avvocatura. Il 3 ottobre 2016, è stato sottoscritto un protocollo tra il Ministero dell'Istruzione ed il Consiglio Nazionale Forense; per incrementare lo sviluppo del percorso formativo scolastico. Lezioni impartite gratuitamente da Avvocati e progetti di alternanza scuola/lavoro. Anche il Consiglio Superiore, il 23 maggio 2015, a Palermo, aveva siglato una Carta di Intenti con il Miur per promuovere la cultura della legalità e della giustizia nelle scuole e la conoscenza del lavoro quotidiano della magistratura.

A tali fondamentali risultati occorre aggiungere quelli relativi al Protocollo sottoscritto tra il Cnf è la Corte Suprema di Cassazione, fortemente voluto dal Primo Presidente Canzio. Sia per il Csm che per l'Avvocatura sarebbe certamente un errore fermarsi qui. E solo l'inizio di un percorso da proseguire con costanza ed impegno comune. I passi mossi nell'anno trascorso non hanno precedenti nella storia dei rapporti tra Magistratura e Avvocatura. E, ora, urgente avviare i tavoli paritetici previsti dal Protocollo. Definire un regolamento tipo per i Consigli Giudiziari. Approfondire il confronto tra i due Consigli e le due Scuole, per una formazione comune. Questo è l'orizzonte comune.

Siamo a un punto di non regressione sul piano del funzionamento degli Uffici giudiziari. Occorre sviluppare tutti gli spazi di sinergia tra Magistratura e Avvocatura. Si deve essere consapevoli che questo profilo incide sui diritti fondamentali nel processo, consente di esplorare potenzialità rilevanti, e può condurre ad un più avanzato grado di certezza, prevedibilità e speditezza nella definizione delle controversie. E l'indicazione che si trae dall'articolo 111 della Costituzione su cui tutti dobbiamo convergere e per la cui piena attuazione non dobbiamo mai stancarci di batterci. Le riforme approvate e quelle il cui esame pende in Parlamento, le determinazioni del Governo sul personale amministrativo, sugli organici magistratuali e sugli investimenti ancora necessari, sono tutti fattori da consolidare e valorizzare. Un sentito ringraziamento va al Ministro Andrea Orlando per l'impegno che sta garantendo in tale percorso riformista. Una parte non piccola del futuro della giustizia nel Paese può dipendere anche da questa nostra impresa comune di sinergia tra Avvocatura e Consiglio Superiore e dal percorso di autoriforma che il Csm sta portando avanti con determinazione.