22 Dicembre 2017


Il Vice Presidente interviene al Plenum Straordinario del CSM presieduto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per la nomina del Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione e del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione

CSM, Aula Vittorio Bachelet

Signor Presidente della Repubblica,

colleghi Consiglieri,

nel rivolgere al Primo Presidente Giovanni Mammone  e al Procuratore Generale Riccardo Fuzio gli auguri di buon lavoro per i prestigiosi compiti che li attendono  e i complimenti vivissimi per l'incarico che il Consiglio Superiore della Magistratura ha loro conferito in questa solenne occasione,  desidero esprimere un  forte e sentito ringraziamento  a Giovanni Canzio e a Pasquale Ciccolo.

Nei due anni che volgono al termine  ho avuto l’onore e il privilegio  di condividere con loro il quotidiano lavoro in Comitato di Presidenza. Insieme a tutti voi, ho poi potuto apprezzare il loro costante e prezioso apporto alle sedute dell'Assemblea plenaria. Si tratta di due magistrati che hanno dato prova, durante il loro lungo  e ricco percorso professionale, di straordinarie doti di cultura, equilibrio e sensibilità; hanno saputo coniugare  le loro notevoli capacità  e competenze professionali con  tratti,  a noi tutti noti, di rara umanità, coniugate  ad un’alta visione  delle funzioni  della magistratura nell'ordinamento costituzionale.

Ma il loro contributo ai lavori del Consiglio Superiore della Magistratura non si è risolto soltanto in seno al Comitato di presidenza e nelle riunioni di questa Assemblea.

In realtà, il biennio, che oggi idealmente si chiude, ha costituito il cuore e segnato gli indirizzi fondamentali di questa consiliatura; basta citare le straordinarie pagine della riforma del Regolamento interno, del rinnovo di una larga parte degli incarichi direttivi e semidirettivi dell’ordine giudiziario, secondo il nuovo Testo unico approvato dopo appena pochi mesi dall’insediamento del Consiglio; delle molteplici ed innovative iniziative in materia di organizzazione giudiziaria, fino alla  determinante circolare sull'organizzazione degli uffici di Procura.

In realtà, la cifra del contributo dei Presidente Canzio e del Procuratore Generale Ciccolo ha riguardato anche il loro modo di intendere le funzioni di costante collegamento tra ciò che veniva deliberato e deciso in Consiglio e la progressiva ridefinizione del volto della Suprema Corte e della Procura Generale, esprimendo - ed utilizzo le parole di un grande maestro del diritto italiano, Giuseppe Guarino - la capacità di “guardare all’ordinamento nel suo complesso senza  mai chiudersi nel singolo problema giuridico da trattare”.

Si tratta di un  metodo per intendere la partecipazione al CSM  e la guida delle funzioni di legittimità in modo connesso e non in senso monadico, quasi fossero due compiti scissi e distinti.

Ritengo che questa concezione sia uno dei legati più preziosi per i loro successori, Giovanni Mammone e Riccardo Fuzio, che, ne sono certo, avranno la capacità di sviluppare e rinsaldare il legame tra l’esercizio delle funzioni di legittimità e il ruolo di componenti di diritto del Consiglio, anche perché ne sono stati compartecipi in questi due anni tanto rilevanti per la magistratura italiana e per il suo organo di autogoverno.  

Richiamo alla mente soltanto alcuni degli ambiti in cui si è potuto apprezzare il valore e l’efficacia dell’apporto dei due capi di Corte.

Penso ai rapporti con le Corti europee rilanciati grazie all'innovativo avvio, negli ultimi mesi, della partecipazione attiva del CSM al dialogo tra le giurisdizioni, anche per via di una sinergica opera di raccordo con gli indirizzi di cultura giudiziaria sviluppati dal Presidente Canzio; ricordo altresì le molteplici attività e le misure organizzative della Suprema Corte di Cassazione,  da ultimo con riguardo alle soluzioni volte a smaltire il carico dell’arretrato di contenzioso tributario; mi riferisco, poi, alla valenza assegnata dal Procuratore Generale Ciccolo all’istituto del coordinamento di cui all’art. 6 del D.lgs. n. 106 del 2006; un ambito, questo, cui ha dedicato energie e richiami per tutta la durata dell’incarico, contribuendo non poco allo sviluppo dei principi insiti in quella norma, nella cultura e nelle scelte del Consiglio Superiore.

Si è trattato, dunque, di un avvio di illuminanti acquisizioni, dalle quali potranno muovere il Presidente Mammone e il Procuratore Generale Fuzio, che peraltro sono già stati entrambi componenti di questo collegio. Un’esperienza, questa, che sarà certamente di ausilio per raccogliere il testimone dei loro insigni predecessori. Ad entrambi non manca, poi,  un’ulteriore preziosa esperienza perfezionata, rispettivamente, quale Segretario generale della Suprema Corte e quale Direttore dell’Ufficio del Ministero della Giustizia che cura i rapporti con il Consiglio, nonché in qualità di Avvocato Generale della Cassazione.

Il nuovo Comitato di Presidenza, forte delle nomine odierne, dovrà affrontare le molte  sfide  che attendono il governo autonomo della Magistratura in questi ultimi mesi che ci separano dalla fine della consiliatura. L’esperienza e le conoscenze che porteranno con sé i nuovi capi di Corte assumeranno fondamentale importanza. Sullo sfondo si stagliano almeno due grandi  questioni, tra le altre:   occorre  perseguire l’ambizione del rafforzamento della funzione nomofilattica della Corte di Cassazione per contribuire all'ineludibile necessità di recupero della certezza del diritto,  in un orizzonte largo e plurale quale è quello dell’Unione Europea; inoltre, la Procura Generale sarà chiamata ad imprimere ulteriore forza e coerenza di decisioni all'esercizio della funzione disciplinare poiché viviamo  una temperie non facile,  gravata da episodi e vicende che impongono  l’esigenza di un controllo disciplinare effettivo e saldo.

Si tratta di questioni di notevole rilevanza destinate entrambe ad incidere sul grado di fiducia dei cittadini nella magistratura, che abbiamo il dovere di salvaguardare e rafforzare.

Vi è, infine, da sviluppare e completare  l'opera di autoriforma e di rafforzamento della funzione del CSM nell'ordinamento. Si tratta di un’ambizione che abbiamo perseguito lungo tutta la Consiliatura e che abbiamo il dovere di non disperdere nel contesto delle pur inevitabili  contese elettorali che attendono il Paese e la magistratura.

Avverto, insieme a tutti voi,  il  senso di un dovere ineludibile: quello di riconsegnare a chi verrà dopo di noi un'Istituzione forte e con una dotazione adatta ad esercitare le funzioni cruciali che la Carta Costituzionale ha inteso ad essa affidare; e ciò nell'anno che segnerà il sessantennale della legge n. 195 del 1958, istitutiva del Consiglio Superiore.

Il prossimo autunno, inoltre, avrà luogo l’avvicendamento con i nostri successori e al Primo Presidente Mammone e al procuratore Generale Fuzio sarà affidato, in quella fase di  passaggio, il  ruolo dei veterani in Consiglio e in Comitato di Presidenza.  

Sono certo che con il  loro contributo, che si aggiungerà all'esperienza  e alla passione che ha caratterizzato il lavoro  di ciascuno di noi nei 38 mesi di funzioni consiliari che abbiamo alle spalle, sarà possibile assolvere fino in fondo agli impegni  che avevamo assunto dall'avvio della Consiliatura.

Nel rivolgere, infine, il più caloroso ringraziamento per il servizio reso al Procuratore Ciccolo e al presidente Canzio - ai quali mi lega, oltre che una ormai lunga consuetudine, profonda stima e un rapporto di amicizia autentica - intendo esprimere la mia gratitudine personale a Lei, Signor Presidente, che con la sua scelta di guidare i lavori odierni, ha impresso un solenne suggello a queste deliberazioni; con esse, il CSM rinnova i più alti vertici della magistratura italiana, con l’intenzione e la forza di proseguire nel compito, affidatoci dalla Costituzione repubblicana, di garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza di ogni giudice e magistrato requirente, nonché di rinsaldare la credibilità, la fiducia e la cultura della giurisdizione nel nostro Paese.

Formulo dunque  ai nuovi Capi di Corte, a ciascuno di Voi,  al segretario generale, ai magistrati segretari e dell'Ufficio studi,  a tutto il personale e ai collaboratori del Consiglio,  i migliori auguri per il prossimo Natale e per il nuovo anno.

A Lei, Signor Presidente, rivolgo, a nome dell'intera Assemblea, auguri speciali per un anno che si annuncia tanto difficile e rilevante per il nostro Paese; affronteremo ogni momento con la certezza di poterci giovare  della Sua guida serena, autorevole e saggia.