22 Febbraio 2016


Csm, Legnini: il discorso al convegno “Le prospettive della formazione dei magistrati nel quadriennio 2016-2020”

Il discorso del vicepresidente del CSM, Giovanni Legnini, in occasione del convegno sulla formazione dei magistrati nel quadriennio 2016 2020, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel corso del suo intervento Legnini ha ribadito più volte l’importanza della cultura e della formazione integrata e dell’ascolto reciproco nella piena collaborazione tra Consiglio, Ministero della Giustizia e Scuola Superiore. Anche a seguito della riforma del testo unico della dirigenza giudiziaria approvata dal Consiglio nel luglio scorso, prosegue, dunque, l'impegno del Csm nell’attività di formazione professionale e nell’aggiornamento della magistratura italiana.

Il Presidente Mattarella al CSM per il convegno "prospettive formazione dei magistrati"

 

Signor Presidente della Repubblica,

Signor Ministro della Giustizia,

Consiglieri,

Presidente Onida,

Presidente Silvestri,

Gentili Signore e Signori,

rivolgo un sentito ringraziamento al Capo dello Stato per la sua presenza all'incontro di oggi.

 Intendo ricordare che Ella, signor Presidente, a  distanza ravvicinata dalla sua elezione alla  Presidenza della Repubblica, di cui in questi giorni ricade il primo anniversario, ritenne di prendere parte attiva a quattro eventi pubblici assai rilevanti per la magistratura italiana. Mi riferisco alla seduta del Plenum,  per la nomina del Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Pasquale Ciccolo; alla commemorazione del compianto mio predecessore Vittorio Bachelet, presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Roma; all’inaugurazione dell’anno di attività formativa della Scuola Superiore della Magistratura, a Scandicci; infine, alla cerimonia tenutasi al Palazzo del Quirinale e volta ad accogliere nell’esercizio delle funzioni giudiziarie i  giovani magistrati ordinari in tirocinio.

Si tratta di quattro momenti unificanti in cui sotto diversi profili, Ella, signor Presidente, ha favorito e incoraggiato il dibattito sull’importanza della cultura e della formazione per gli appartenenti all’ordine giudiziario ed ha trasmesso precisi messaggi alla magistratura ed al Paese che costituiscono una guida illuminante.

Proprio intervenendo a Scandicci, circa un anno fa, Ella ritenne di evidenziare l’importanza del dialogo continuo e della collaborazione intercorsi tra la Scuola, il Consiglio superiore della magistratura e il Ministero della giustizia, “ai quali compete, per legge, la proposta delle linee guida sulla formazione”, aggiungendo che “Particolare rilievo acquisirà la sinergia con il Consiglio, con l'avvio delle attività di formazione per coloro che aspirano a ricoprire incarichi direttivi”. 

Questa giornata, dunque, si pone in piena continuità con le Sue esortazioni ad un coerente, congiunto e partecipato impegno nell’attività di formazione professionale e nell’aggiornamento della magistratura italiana, tanto più dopo l'intervenuta riforma del testo unico della dirigenza giudiziaria approvata dal Consiglio nel luglio scorso.

2. Di qui, la pienezza di senso di questa occasione odierna,  dedicata innanzitutto  al passaggio di consegne tra i due direttivi della  Scuola Superiore della Magistratura. E nel conferire valore solenne a tale avvicendamento, il Consiglio ha ritenuto di attribuire particolare rilievo all’attività della Scuola Superiore nel concorrere a delineare il profilo di giudici e magistrati requirenti. E ciò proprio a partire dall'incrementata rilevanza conferita dalla riforma ai percorsi formativi degli aspiranti al conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi.

3. Il legislatore ha inteso porre al centro del sistema della formazione dei Magistrati italiani proprio la Scuola Superiore, dotata di uno statuto di speciale autonomia che ne salvaguarda le  prerogative e la funzione per l’intero ordine giudiziario. Ma non può sfuggire che ogni sistema di formazione di un soggetto istituzionale diffuso quale è appunto la magistratura italiana - non a caso definita come “ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere” dall’articolo 104, primo comma della Costituzione - è compito che chiama in causa diverse responsabilità.  

Il quotidiano esercizio delle funzioni previste dall’articolo 105 della Carta fondamentale, consente al Consiglio di scorgere e maturare l'evoluzione del ruolo del magistrato nell’ordinamento, ponendosi nelle condizioni di definire le esigenze cui informare le promozioni, le valutazioni di professionalità,  il giudizio  disciplinare, i trasferimenti, il controllo e il presidio dell’autonomia e dell’indipendenza.  

In tale prospettiva, colgo l’occasione per ringraziare i presidenti succedutesi alla guida della Sesta Commissione Piergorgio Morosini e Luca Palamara, così come tutti i componenti, per la sensibilità e l’impegno profuso nella redazione delle linee programmatiche per la formazione dei magistrati.

L'esercizio delle funzioni consiliari in rapporto alla Scuola, nel corso di questo primo scorcio di lavori dell’organo di governo autonomo, confermano l’esigenza di declinare a fondo un’integrazione di funzioni distinte, ma convergenti verso un unico fine di sistema.

Il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi rappresenta un tassello decisivo per garantire l’efficace organizzazione dei servizi di giustizia che l’articolo 110 della Costituzione vuole, ferme le competenze consiliari, di precipua spettanza del Ministero della Giustizia.

Si tratta di uno snodo nevralgico delle competenze dell’organo di governo autonomo sulla base del quale la Quinta Commissione, alla quale pure va il mio ringraziamento, e il Plenum  stanno conducendo una radicale e profonda opera di mutamento del volto dell’ordine giudiziario, procedendo a tappe sostenute nell’intento di conferire i posti vacanti. 

Proprio su questo versante, dunque, è indispensabile che l’attività formativa della Scuola possa garantire uniformità di indirizzi rispetto a quanto è in corso d’opera al Consiglio e consenta il rispetto dei tempi e le scadenze dettate dal nuovo testo unico sulla dirigenza; quest’ultimo, tra le rilevanti novità introdotte, attribuisce alla fase di formazione degli aspiranti alla direzione degli uffici, una funzione fondamentale per il buon andamento e l’efficienza dell’intero sistema.

 Proprio all’insegna di questa sinergia, per citare lo stesso Vittorio Bachelet, è indispensabile garantire “un’azione organica e curare interessi pubblici obiettivamente connessi gli uni con gli altri”. Non a caso il Presidente Silvestri, che ringrazio vivamente a nome di tutto il Consiglio per l’impegno e la profondità di sguardo offerti in queste prime settimane di guida del Direttivo della Scuola, non più tardi di ieri, ha parlato di una necessaria “simbiosi” tra gli obiettivi del Consiglio Superiore della Magistratura e l’operato della stessa Scuola.

4. L'auspicata integrazione nelle funzioni della Scuola, del Ministero e del Consiglio si realizza, in primo luogo, con le citate ‘’Linee programmatiche” relative all’attività di formazione permanente e di aggiornamento professionale; un istituto  che non può essere inteso come mero adempimento burocratico a cadenza periodica. Questo Consiglio ha cercato, al contrario, di conferirgli effettività, non certo per sovrapporsi alle funzioni della Scuola, ma con l'intento di integrare le scelte di guida, assistenza e controllo dello sviluppo dell’ordine giudiziario che si riverberano  inevitabilmente nell'individuazione delle priorità sull’attività formativa e di preparazione professionale.

D’altronde è certamente questo lo spirito dell’assetto normativo delineato dal legislatore con il decreto legislativo 30 gennaio 2006, n. 26, poi modificato dalla legge 30 luglio 2007, n. 111. Il fine di coordinare costantemente ed elidere ogni rischio di infruttuosa interferenza o discrasia nell’attività del CSM e della Scuola Superiore  è anche alla base dell’idea - sulla quale si è convenuto unanimemente nel corso della fruttuosa riunione tenutasi ieri tra il direttivo della Scuola e le Commissioni Quinta e  Sesta del Consiglio - di istituire una sede di raccordo permanente tra le due istituzioni.

Si tratta di un tavolo, il cui varo era già proposto proprio nelle linee di indirizzo nel giugno scorso,  volto a facilitare ed adeguare la programmazione integrata ed a consentire una specifica e fattiva attività di ascolto da parte dei due attori istituzionali di maggior rilievo sul piano della formazione dei magistrati.

5. Signor Presidente, Signore e Signori,

quella che vive l’ordinamento italiano è innegabilmente una fase di notevoli rivolgimenti attraversata da dualismi e ambivalenze da sciogliere. Scelte e opzioni di fondo da compiere secondo accezioni in parte inedite, sempre preservando i valori costituzionali dell’autonomia e dell’indipendenza.

Mi riferisco all’incertezza tra il promuovere un modello di magistrato proteso verso la specializzazione delle funzioni oppure disegnare un profilo di giudice versatile, quindi ancora capace di assolvere a compiti policromi e generalisti nonché di rivestire ruoli variegati nell’attività giurisdizionale.

Si assiste, poi, alle intersezioni tra il rendere giustizia e le questioni aperte da un’economia divaricata tra andamento dei mercati finanziari e riflessi sulle effettive condizioni sociali dei singoli; per non dire della crescente importanza rivestita da  settori della giurisdizione un tempo ritenuti residuali, quasi minori. Penso all’impegno della magistratura di sorveglianza,  alle risposte che il sistema giudiziario è chiamato a fornire sui fenomeni migratori, all'esperienza del Tribunale delle imprese, alla giustizia tributaria, al ruolo del giudice ordinario nella soluzione delle crisi di impresa,  ai nuovi contorni della volontaria giurisdizione sul diritto di famiglia.  Nè può omettersi di evidenziare il peso imponente della dimensione sovranazionale del diritto. In un quadro di risorse non sufficienti, carenze di organico e percorsi di carriera inesorabilmente più brevi, si aprono, allora, nuove e stridenti contraddizioni sull’allocazione dei magistrati in questo o quell’ambito dello jus dicere.

6. Tali tendenze evolutive, dualismi e contraddizioni rinnovano l’urgenza di garantire un’attività formativa efficace e capillare, che si sviluppi in continuo raccordo con l’amministrazione dei servizi di giustizia.

 Molto è stato fatto nei primi tre anni di vita della Scuola ed importanti sono  i risultati che si ricavano dalla corposa e densa relazione sull'attività svolta negli anni 2012-2015.

 Intendo rivolgere un sentito ringraziamento per il lavoro svolto dal direttivo della Scuola Superiore guidato dal Professor Onida con il quale la coabitazione di questi ultimi sedici mesi, ha dato vita all’organizzazione di eventi di straordinario interesse per l’utilità che hanno saputo offrire alle istituzioni coinvolte, ai magistrati partecipanti e a gli stessi Consiglieri dell’organo di governo autonomo. E’ questo un ringraziamento da estendere a tutto il personale della Scuola che ha operato in questi anni facendo fronte agli inevitabili problemi posti da un’istituzione di genesi ancora relativamente recente. L’attività segnata dall’avvio di un sistema, i cui esiti non erano certo scontati, deve molto all’impegno pioneristico del Presidente Onida e di tutto il direttivo uscente della Scuola.

7. La direzione intrapresa, dunque, è quella in linea con lo spirito del quadro legislativo e il nuovo Consiglio direttivo saprà continuare il buon operato di quello uscente nel far fronte ai nuovi obiettivi che il tempo che abbiamo davanti ci impone di perseguire.

L’attività di formazione permanente, così come gli ambiti di qualificazione e aggiornamento speciale che segnano alcune fasi della carriera, debbono essere implementati e perfezionati. Essi costituiscono condizione essenziale per la legittimazione, l'autorevolezza e l'indipendenza dei magistrati italiani. Anche così sarà possibile evitare che intorno alla magistratura e al suo operato, tornino ad addensarsi critiche e doglianze spesso ingenerose che  sembrano voler rinnovare conflitti dal sapore antico, persino fuori tempo massimo, forse.

 La giornata di oggi ci consente di ribadire con fermezza  che uno dei fondamentali strumenti con cui consegnare all’oblio i tentativi, a volte portati avanti con toni ed espressioni inaccettabili, di  ritorni alla polemica e al conflitto, risiede nella cultura e nella formazione integrata, quindi anche nell’ascolto reciproco  e nella piena collaborazione tra Consiglio, Ministero  della Giustizia e Scuola Superiore.  

Rinnovando questo auspicio, esprimo i miei migliori auguri di buon lavoro al Presidente Silvestri e a tutti i componenti del direttivo appena insediatosi.

Sappiate che il Consiglio ripone grande fiducia e stima unanime nelle vostre capacità con l’ulteriore augurio di poter mantenere una consonanza di vedute già mostratasi totale in queste prime settimane di collaborazione.

Certo, a voi spetta di spostare in avanti gli obiettivi e i traguardi nell’offerta di formazione permanente al nostro ordine giudiziario. Una notevole responsabilità, quindi, che il Consiglio Superiore condividerà nell'esercizio delle proprie  funzioni con l'intento di contribuire a rinsaldare la legittimazione dell’operato della magistratura, al contempo  incrementandone le qualità già elevate, l’efficacia e la funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini.

E’ proprio alle viste di una tale responsabilità condivisa che è richiesta lealtà, fantasia, indipendenza; tutte qualità che un magistrato deve sviluppare autonomamente. Ecco perché ribadisco l’esigenza dell’apertura multidisciplinare, l’invito ad aprirsi alla complessità dei saperi,  all’apprendimento di nuove tecniche di gestione degli uffici in vista della diffusione delle migliori pratiche organizzative. Al riguardo, concludo ricordando come l’articolo 10 dei principi fondamentali relativi all’indipendenza della magistratura, elaborati dall’ONU nel 1985, preveda che «le persone scelte per svolgere le funzioni di magistrato devono caratterizzarsi per integrità e competenza».

Ancora una volta, dunque, il nesso tra cultura e integrità,  che siamo chiamati a rinsaldare in tempi tanto  difficili e delicati, eppure colmi di opportunità che abbiamo il dovere di cogliere. 

Grazie a voi tutti e auguri di buon lavoro.