11 Novembre 2010


CRISI, LEGNINI (PD): «CHIODI SMETTA DI CELEBRARE SUCCESSI INESISTENTI, NECESSARIA MOBILITAZIONE DI IMPRESE, SINDACATI E FORZE POLITICHE»

Il senatore Pd: «Zero euro per infrastrutture, masterplan nel cassetto, Fas bloccati, zona franca incerta. Pronti a fare la nostra parte per salvare l’Abruzzo mai cosà’¬ in basso da trent’anni».

Pescara, 10 novembre – «I dati sulla crisi abruzzese sono drammatici a partire dalla perdita di 33 mila posti di lavoro ...durante la crisi. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità' : noi lo faremo. Lo faccia anche Chiodi smettendola di celebrare successi inesistenti e sostenendo che va tutto bene e che ci penserà'  lui. Se non ci sarà'  una mobilitazione generale delle categorie e di tutte le forze politiche, temo che le promesse del presidente della Regione rimarranno solo parole». Lo afferma il senatore abruzzese del Partito Democratico Giovanni Legnini intervenendo sulla grave crisi economica dell'Abruzzo.

«Nel pubblicare i suoi ultimi dati» sottolinea Legnini, «Confindustria ha invocato l'intervento del governo nazionale. Prima ancora tutte le associazioni imprenditoriali e sindacali nel documento di alcuni giorni fa avevano proposto l'apertura di una “vertenza Abruzzo†a Roma per ottenere risposte concrete sui troppi dossier aperti e mai chiusi per ragioni non sempre comprensibili: è un preciso dovere di tutta la classe politica regionale, di maggioranza e di opposizione, mobilitarsi a tutti i livelli per raccogliere le grida di dolore e le proposte dei lavoratori e delle imprese. La situazione per la nostra regione non è mai stata cosà'¬ difficile negli ultimi trent'anni e non si puà'² continuare a fare chiacchiere e propaganda su presunti successi del governo regionale i cui effetti concreti non si vedono mai». Anche perchà'©, ricorda Legnini, alla crisi economica si aggiungerà'  «l'ulteriore aggravamento delle condizioni finanziarie ed economico-sociali quando saranno operativi gli ulteriori tagli alla spesa regionale e degli enti locali disposti con l'ultima manovra Tremonti-Berlusconi».

La situazione è dunque allarmante, rileva il senatore del Pd, e non bastano pià'¹ le parole: su infrastrutture, Fas, masterplan, zone franche urbane e bonifica aree industriali è bene sapere come stanno realmente le cose.

INFRASTRUTTURE: ZERO EURO. «L'accordo di programma quadro sulle infrastrutture firmato da Chiodi con il governo agli inizi del 2009 è rimasto sulla carta. Neppure un euro stanziato, nessun riscontro di priorità' , neanche sulla pedemontana Abruzzo-Marche, è contenuto nell'allegato infrastrutture approvato in parlamento poche settimane fa. Se si vogliono ottenere risorse per le infrastrutture di cui si parla da anni e anni, occorre modificare nettamente gli orientamenti sulle priorità'  del governo Berlusconi e agire in parlamento con il sostegno di tutti i parlamentari. Noi» dice Legnini «siamo disponibili, purchà'© i parlamentari di centrodestra non si comportino come avvenne quando il governo tolse all'Abruzzo circa 500 milioni già'  stanziati dal governo Prodi, quando in pià'¹ occasioni votarono contro gli interessi dell'Abruzzo».

FONDI FAS BLOCCATI. «I fondi Fas, dopo essere stati stanziati dal 2007 sempre dal governo di centrosinistra, sono ancora bloccati: si cambi il programma di utilizzo, come noi abbiamo proposto da mesi, concentrando la spesa  su pochi obiettivi strategici (automotive, made in Italy, edilizia sostenibile, poche infrastrutture e riduzione Irap per le nuove imprese) e si facciano tutte le pressioni necessarie per ottenerne l'approvazione. E questo dipende dalla giunta regionale e dal governo nazionale».

MASTERPLAN NEI CASSETTI. «Il masterplan, propagandato come la nuova frontiera dello sviluppo abruzzese, giace nei cassetti del ministero dello sviluppo economico. Se non si cambia la legge sul terremoto, i fondi con essa stanziati molto difficilmente potranno essere destinati allo sviluppo. Dipende dal governo e dal parlamento. Noi siamo pronti a proporre e votare le modifiche necessarie per finanziare almeno qualcuna delle misure previste per lo sviluppo e l'occupazione».

ZONA FRANCA INCERTA. «La zona franca urbana dell'Aquila, che abbiamo conquistato con un emendamento da noi proposto e sostenuto da tutti, partirà'  solo se il moribondo governo Berlusconi la farà'  partire perchà'© è di esclusiva responsabilità'  del governo. Lo stesso vale per la Zfu di Pescara».

EX AREE INDUSTRIALI SENZA FONDI. «Le bonifiche delle aree industriali dismesse sulle quali insediare nuove imprese, in primis Bussi e l'ex Burgo di Chieti, non si portano avanti perchà'© il governo ha cancellato i fondi stanziati dal governo Prodi e bloccato gli accordi di programma. Dipende dal governo e dal parlamento. Noi siamo pronti a proporre e votare».

 

«Su tutto questo Chiodi e il centrodestra non dicono una sola parola. Gli strumenti ci sono e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ma occorre che le imprese, i sindacati, tutte le forze politiche» dice Legnini «siano mobilitati ad ogni livello».