09 Luglio 2013


“Editoria in crisi, noi al lavoro per invertire la tendenza”

I cambiamenti in atto nel settore dell’editoria e l’impegno per invertire questa tendenza nella mia intervista al quotidiano di Torino Cronaca Qui, di Paolo Varetto

TORINO.
Stringe le mani dei giornalisti, sfoglia i numeri che hanno fatto la storia ormai più che decennale di CronacaQui.
Parla con il direttore Beppe Fossati, con i distributori che ogni giorno riforniscono le edicole, con amministrativi e poligrafici.
Perché spiegando le ragioni della sua visita a Torino, il sottosegretario all’Editoria Legnini l’aveva detto: «Sono qui per completare un percorso di ascolto iniziato con le testate nazionali». E forse non c’è confronto migliore che varcare la soglia di una redazione come la nostra e vedere con i propri occhi come nasce un quotidiano. 

Sottosegretario Legnini, l’editoria sta attraversando un periodo di grande difficoltà. Ma qual è l’atteggiamento del governo verso questo settore?
«Il governo sta registrando i numeri dolorosi di una crisi dietro i quali si celano le sofferenze di tante aziende e le vite stesse delle tante persone che, a vario titolo, contribuiscono ogni giorno a far uscire un giornale, sia esso cartaceo o on-line. Siamo determinati ad andare oltre ed invertire questa tendenza, alla luce dei grandi cambiamenti in atto».

A quali cambiamenti si riferisce?
«All’affermazione di Internet, ai conflitti con i motori di ricerca, alla diversa distribuzione della pubblicità. E poi dovremo tenere conto del conflitto generazionale tra le tutele dei professionisti più avanti negli anni e le incertezze dei giovani. Senza dimenticare la rete degli edicolanti o i nodi legati al diritto d’autore».

Lei ha parlato di giovani e di incertezze, quando spesso in Italia un cartello di divieto d’accesso sembra sbarrare il passo all’accesso della professione.
«Infatti i temi urgenti riguardano l’ampliamento degli spazi d’accesso e la definizione di un quadro di tutele compatibile con la crisi in atto. Il tema della formazione deve essere ai primi posti. E concordo che l’Università e le redazioni dovrebbero parlarsi di più».

Ma con quali risorse si inverte questa tendenza?
«Lavorando con tutti i soggetti coinvolti nella definizione di un percorso e di un progetto per l’editoria, anche affrontando il tema delle risorse. Ho già qualche idea, ma prima di comunicarle servono ancora confronto e condivisione».